GENOVA - L’ultima chiamata di Confindustria: Genova cerniera d’Europa ma serve un piano shock per le infrastrutture

Il sindaco Bucci all'assemblea di Confindustria Liguria intitolata 'Last Call': 'Non solo autostrade e Gronda, connessioni con il mondo passano anche dal raddoppio del porto e dalla fibra ottica'

22/01/2020 15:42

Un’ultima chiamata alla politica, per avviare quelle infrastrutture che possano mettere davvero la Liguria al centro del commercio internazionale. È l’appello di Confindustria Liguria lanciato dall’Esaote di Multedo, azienda biomedicale non a caso il cui fatturato è per il 70 per cento all’estero, che conta 1.100 dipendenti a cui se ne aggiungeranno altri cento nel 2020 più un’academy per attrarre talenti. All’incontro – a cui era stato invitato a partecipare il presidente del consiglio Giuseppe Conte – erano presenti il sindaco di Genova Marco Bucci e il presidente della Regione Giovanni Toti. Sul maxischermo della sala le testimonianze di imprenditori da tutto il mondo – Giappone, Cina, Lussemburgo – che hanno investito a Genova e qui contano di restare, a patto che le infrastrutture lo consentano.
 
«Non possiamo permetterci – ha scandito il sindaco Marco Bucci – adesso che abbiamo trovato il modo per crescere, che questa ripresa sia anche solo rallentata da mancanza di infrastrutture e investimenti. Amministrazioni, imprenditori, associazioni: tutti dobbiamo pensare che il nostro futuro è legato all’infrastruttura». Dalla Gronda al Terzo Valico, dalle autostrade che mostrano tutti i segni del tempo, in gioco ci sono le nuove infrastrutture ma anche la manutenzione di quelle già esistenti: per le une e per le altre secondo Confindustria servono «due piani shock». E, per la prima volta, sul tavolo ci sono complessivamente investimenti da 15 miliardi di euro per la Liguria.
 
«Last call per Genova significa che non è terra di confine ma di cerniera, per un Paese che deve guardare all'Europa, uno dei grandi mercati, avendo noi una vocazione all'export importante, la seconda manifattura d’Europa», ha detto il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia. L’ultima chiamata di Confindustria è «un segnale forte non solo di denuncia ma anche di proposte». Gli industriali chiedono come priorità tempi certi per le infrastrutture e Boccia, che definisce virtuoso il processo di ricostruzione del ponte Morandi, aggiunge: «Non dobbiamo aspettare traumi fisici ed economici per reagire. Le infrastrutture sono un’idea di società: collegano i territori e includono le persone». Giovanni Mondini, di Confindustria Genova, ha indicato nei collegamenti con Milano la via «per attrarre investimenti in settori innovativi, ma come si fa se la linea è quella costruita a fine ‘800 e se la rete autostradale sta dimostrando la sua vetustà?». Mondini boccia l’ipotesi di revoca della concessione ad Autostrade, «un passo indietro di 50 anni che tiene ostaggio l’avvio del cantiere della Gronda e non dà risposte al commissario straordinario della ricostruzione del ponte Marco Bucci su a chi affidarlo». Per Confindustria era presente anche Licia Mattioli, vice presidente per l’Internazionalizzazione.
 
Il sindaco Marco Bucci ha fatto l’elenco delle priorità, indicando che «abbiamo bisogno della Gronda, del Terzo Valico, del nodo ferroviario, del collegamento con Erzelli, della cabinovia per Begato». Ma non solo. «Infrastruttura vuol dire anche un sistema, con la diga e i nuovi moli, in grado di gestire il raddoppio del porto che vogliamo e possiamo fare nei prossimi cinque-dieci anni. E ancora, l’infrastruttura digitale: una delle cose più importanti di cui ci stiamo occupando è l’arrivo del cable di fibra ottica che dall’India arriverà per la prima volta in Italia passando per Genova e da qui all’Europa, con una capacità di 240 terabit al secondo. Arriverà alla Foce di fianco al Bisagno e da qui verso Principe. È un segnale che siamo competitivi e che possiamo giocare a livello internazionale». Per il presidente della Regione Giovanni Toti, la Liguria «dev'essere un traino dello sviluppo di questo Paese e ha le potenzialità per esserlo: ha tutte le chance per essere una locomotiva economica per l’Italia e da questa consapevolezza deriva una grande responsabilità che dobbiamo prenderci tutti insieme».
 
A parlare di 15 miliardi di investimenti in Liguria nei prossimi anni è Oliviero Baccelli, economista dei trasporti all’Università Bocconi, che ha indicato come la Liguria sia una delle regioni che ha sofferto di più la crisi tra il 2000 e il 2017, quando il pil della regione è sceso del 6,3 per cento e non ha ancora recuperato del tutto. «Ma emergono gli elementi su cui fondare la ripresa – spiega –: la portualità, con le linee e i container che lo rendono il primo porto da Barcellona al Pireo, le crociere - 2,7 milioni di passeggeri nei tre porti liguri nel 2019». Ma anche l’industria, con la digitalizzazione l’automazione «per implementare i sistemi di natura industriale. C’è poi la rete infrastrutturale, su cui si stanno concentrando 15 miliardi di investimenti, cifra record per la Liguria, un elemento su cui far perno per avere un reale sistema autostradale e ferroviario, e far fare il saldo di accessibilità al sistema industriale».

c.s.

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